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"Un romanzo farneticante, surreale, barocco, sfarzoso, esagerato, che sembra scritto da un novello Cervantes, da uno scapigliato Sterne o da un giocoliere che si diverte a creare continui colpi di scena, tra cui quelle clamorose del trasferimento del professore Brocardi da un liceo di Milano a uno di Roma! e quella della studentessa che si reca a scuola con un carro funebre. Una galleria di personaggi indimenticabili, la descrizione della Scuola ridotta a una sorta di cloaca, una Milano colta nella sua essenza ragionieristica, una Roma fotografata nella sua decadenza e nel suo fasto, e una Grecia smagliante, ricca di poesia. Quel che accade però pagina dopo pagina è impossibile sintetizzarlo; il lettore non avrà neppure un secondo a disposizione per sbadigliare". (T. B. J.)